martedì 28 giugno 2011

Facebook-tipi: il Depresso



Sarà capitato anche a voi (zum zum zum!) di aprire belli belli Facebook buttare un occhio ai post recenti, et voilà,  leggere l'ennesimo sfogo del Depresso.

Il Depresso è quello che, prima di Facebook, vi si azzeccava ad ogni occasione e che, se voi avevate malditesta, lui aveva almeno un'emicrania e mica da oggi, da tre mesi. Almeno.

Oggi, il Depresso ha trovato una nuova collocazione, un pubblico più ampio e più incline a dar retta ai suoi sfoghi poiché un click su "mi piace" non si nega a nessuno (che poi, dire "mi piace" di uno status in cui si evince che il tizio in questione ha tutte le intenzioni di suicidarsi è una dimostrazione di solidarietà o un invito a portare a termine il suo intendimento?! Mah!)

Quindi il Depresso intasa la sua Bacheca (e delle volte anche quella altrui) con terribili link solitamente così conformati: foto ritoccata di bambini/gatti/figone gotiche e frase, anche sgrammaticata, che vorrebbe essere d'effetto e riassumere in poche parole il proprio disturbo del momento. Tipo "Odio le persone che fanno le vittime per attirare l'attenzione" E, di grazia, l'intento di questa tua uscita didascalica quale sarebbe? Sarebbe interessante se i programmatori di Facebbok ci dotassero di un pratico pulsante, accanto al "mi piace": quello che dice "e a me?!" o "chissene"

Ogni pochi mesi, poi, il Depresso fa pulizia dei contatti e, ovviamente, lo annuncia al globo terracqueo col chiaro intento di fare un censimento di quanti lo calcolano almeno di striscio e incidentalmente. "Sto per cancellare dei contatti, chi vuole restare mio amico si faccia vivo". Che orrenda minaccia. Non so se ci dormirò la notte. Tant'é, io non ho mai contattato nessuno di questi kamikaze del social network eppure ce li ho sempre lì, nel mucchio...

Quando poi il Depresso non riesce ad attirare l'attenzione su di sé nemmeno coni già citati specchietti delle allodole allora ecco il coup de theatre, il suicidio virtuale. "Chiudo l'account e mi ritiro in meditazione", "mi depuro", "ho bisogno di una pausa" E già con quest'ultima frase si preannuncia il gran ritorno. Sì perché il Depresso torna sempre, non sperateci.

lunedì 27 giugno 2011

Facebook ti odio, poi ti amo, poi ti odio, poi ti apprezzo [cit. Elio e le Storie Tese - Discomusic]

Non si dovrebbe mai scrivere sulla cresta di un'onda emotiva, come non si dovrebbe mai avere sottomano il cellulare quando il Cuba Libre scorre a fiumi e mandare sms idioti a mezza rubrica, pure a quei contatti registrati come "Lavoro", e di cui poi pentirsi è un tutt'uno. Ma tant'é, vivere secondo le regole non è il mio forte.




Da qui questo blog, in cui voglio sviscerare vizi e virtù di Facebook. La vita ai tempi di Facebook. Già. Perché non possiamo far finta di nulla, questo sito, pardon, questo social network, ci ha cambiato la vita. Pure la mia. Che forse non ne avevo tanto bisogno, visto che sono mamma da 5 mesi freschi ed un tantinello la mia vita è già cambiata per questo. 
Per quanto si voglia fare gli snob e si dichiari stra-convinti che "ah, ma io ho il profilo ma non lo guardo mai" tutti siamo contagiati dalla mania voyeuristica di Facebook. Già perché Facebook solletica i nostri istinti più sordidi, in primis quello di farsi gli affari degli altri: prima si spiava dalle finestra in casa d'altri, adesso lo si fa dalla finestra sì ma di un browser, attraverso i pezzettini di sè che la gente dissemina in forma di post, note, link e foto pubblicate.
E chi dichiara di non farlo mente sapendo di mentire. Chi è d'accordo con me?